L'attività fisica dei bambini nel Terzo Millennio è pari a zero. Alcuni studi eseguiti da addetti ai lavori, da esperti dell'attività motoria e dello sport, hanno purtroppo dato un risultato unanime. I bambini non usano più il proprio corpo per giocare; al massimo utilizzano i pollici, appendici virtuali verso quegli schermi più o meno grandi sui quali si muovono robot, animali preistorici o automobili velocissime. I dati sono allarmanti. I bambini delle scuole elementari non sanno più fare la capovolta, un esercizio che qualche decennio fa si imparava, sperimentando, nei primi anni di vita. Arrampicarsi sugli alberi per sviluppare forza ed equilibrio è cosa dell'altro millennio, correre e saltare fa divertire sempre meno. Ecco perché diventa sempre più importante l'attività motoria che si pratica nelle scuole, che spesso è anche l'unica praticata dai bambini. E se la semplice palla prigioniera, il gioco di squadra per eccellenza, può essere già uno stimolo notevole in questa povertà motoria generale, una programmazione pensata per far vivere al bambino, attraverso un percorso adeguato, esperienze sportive positive può rappresentare un importante momento per lo sviluppo fisico, cognitivo ed emozionale e, magari, anche una decisiva spinta verso la decisione di intraprendere un'attività sportiva, qualunque essa sia.
La pallavolo è uno sport particolare, perché richiede notevoli capacità tecniche e fisiche per essere giocata. E se è possibile disporre dei bambini molto piccoli in un campo da calcio e provare a farli giocare illudendoli che quello che stanno facendo è proprio calcio, nella pallavolo questo è impossibile. Perché quando la palla cade, il gioco finisce. Questa peculiarità ha costretto gli addetti ai lavori a elaborare un percorso graduato per arrivare al gioco vero e proprio, un viaggio motorio fatto di lanci, prese, spostamenti, arresti, salti e capovolte. Ecco perché la pallavolo e le sue facilitazioni sono gli strumenti ideali per avviare il bambino allo sport in generale. Una disciplina completa, fatta con tutto il corpo, nella quale si sviluppano abilità motorie indispensabili in tutti gli sport.
La pallavolo è anche una disciplina dalle caratteristiche agonistiche unica. Non prevede contatto fisico e costringe i giocatori in uno spazio ristretto. Questo rende importantissime le relazioni che vengono a stringersi fra gli attori del gioco, obbligati ogni volta a comunicare fra di loro verbalmente o con il linguaggio del corpo, e funge da amplificatore delle tensioni legate al punteggio. Senza assolutamente voler esaltare il ruolo della vittoria fine a se stessa, crediamo importante avvicinare il bambino allo sport e all'agonismo, che dello sport è parte integrante, attraverso un approccio propositivo. L'agonismo, inteso come volontà di migliorarsi, è un potentissimo strumento educativo. Troppo spesso lo si è volontariamente annullato considerandolo il male assoluto e dimenticando tutte le sue potenzialità positive. Al contrario, in un contesto culturale che, in ambito sportivo, insulta l'avversario, colpevolizza l'arbitro ed esalta solamente chi arriva primo, crediamo importante assicurare ai futuri uomini e donne gli strumenti per gestire in modo positivo le energie che solo adrenalina e competizione sanno regalare. Imparare a gestire le tensioni, canalizzare gli impulsi emozionali verso fini positivi, aiutare il compagno anche nelle difficoltà, rispettare le regole in ogni momento, rispettare avversari e arbitri sono obiettivi difficili da raggiungere, ma lo sport è lo strumento migliore per riuscire nella difficile impresa educativa.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI
Affinamento delle capacità coordinative
Sviluppo di abilità collegate al gioco del volley S3 (manualità, lettura delle traiettorie…)
Sviluppo della dimensione socio-relazionale
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